Perversioni sessuali: L’uomo che stuprava gli alberi.

PERVERSIONI SESSUALI l'uomo che stuprava gli alberi

Volgograd, 25 luglio 1915

Cari lettori,

sono stato via per qualche tempo, dovete perdonarmi ma mi hanno sparato ad una gamba mentre ero come al solito in trincea, e peggio di tutto, mi sono preso una cotta per una escort di lusso. Sapete che io se non vado a puttane impazzisco, no? Sono un maiale, non ci posso fare niente. Mentre ero a letto dolorante, ho cercato in rete gli annunci accompagnatrici di alto livello trovandone diverse di mio gradimento.

Una escort di alta classe bionda costosa di 20 anni, una accompagnatrice di lusso mora con due tette giganti, e una escort bellissima con gli occhi blu. Quest’ultima è ucraina e mi ha raccontato una storia erotica di rara intensità poetica. Lei dice che è una vicenda vera, ma si sa, le ucraine sono tutte puttane e le puttane sono per lo più bugiarde. Se comunque foss’anche una balla, me l’ha raccontata davvero bene.

Perversioni sessuali inquietanti: la Dendrofilia

Racconti erotici, storie psichedeliche e surreali che fanno schifo, che più schifo non si può. 

Roman era un uomo dal cuore sensibile, innamorato della natura sin da quando era bambino. Crescendo, la sua passione per gli alberi si era trasformata in un vero e proprio amore. Passava ore a passeggiare tra i boschi, ad ammirare gli alberi maestosi, a sentire il cinguettio degli uccelli e il fruscio delle foglie. C’era un particolare baobab, un albero imponente e millenario, che lo aveva affascinato fin dal primo incontro.

Roman aveva un segreto che gli procurava un profondo senso di vergogna: riusciva a fare sesso solo con gli alberi. Non era solo una relazione sessuale nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto una connessione spirituale e amorosa. Potremmo dire pure che Roman era un seguace del Panismo nella sua forma più pura.

Infatti, egli soleva correre di notte completamente nudo tra i boschi, rotolarsi sull’erba bagnata, strusciarsi contro foglie di fico e rami di abeti. Si ficcava su per il culo anche i fiori, le sue preferite erano le rose e non gli importava che fossero piene di spine, perché ogni piccolo dolorino, ogni cicatrice rimasta nella mucosa anale era come il tatuaggio che gli uomini ordinari si fanno sul braccio con inciso il nome delle proprie fidanzate.

Un dolore che vale la pena di soffrire per provare all’amante una vera devozione.

Si avvicinava agli alberi con rispetto, li abbracciava e si perdeva nella loro energia, quasi come se riuscisse a comprendere i loro pensieri e sentimenti. Era un’esperienza che lo faceva sentire in comunione con il creato, diverso dagli altri, più evoluto, seppur alieno dalla banalità della società borghese e fascista.

Un giorno, mentre faceva all’amore con il suo baobab preferito, non si rese conto che Lilla, una giovane donna appassionata di filosofie orientali e new age e che spesso passeggiava nella stessa area, lo stava osservando da lontano. 

La sconvolgente scoperta di Lilla

Racconti erotici, storie di sesso estremo, novelle surreali.

Quando vide Roman praticare dei fori nell’albero per poi inserirci il pene udendo anche i suoi gemiti di piacere insieme alle parole piene di amore e passione che gli stava dedicando, venne colta da uno strano sentimento di disgusto. Le foglie del Baobab cadevano copiose intorno a Roman, quasi come se la pianta, anch’essa eccitata e travolta dalla passione e dai colpi di minchia, stesse rispondendo all’amore profuso dall’uomo.

Ad un certo punto Lilla gli urlò contro. Preso dal panico, Roman si voltò e vide la donna che lo guardava con sguardo attonito. Fu silenzio ed imbarazzo per entrambi.

Roman cercò delle scuse ridicole per giustificare il suo comportamento e fu proprio in quel momento che Lilla comprese la tragedia che viveva quello che sembrava essere un maniaco sessuale solitario.

Roman non aveva un pene normale. Era un pezzettino di carne di pochi centimetri. Lilla cominciò a vomitare a urlare istericamente:

Che schifo! Ma tu non hai il pene! Sei un mostro!”

La povera ragazza non aveva mai visto in vita sua un orrore del genere, se non nei suoi libri cinesi, dove venivano mostrate le immagini degli eunuchi al servizio del re.

Potrebbe interessarti:

L’uomo che stuprava gli alberi: una parafilia, una deviazione sessuale sconcertante.

Roman si mise a piangere. Tutto nudo si sedette su di un cactus che era lì per caso, nel tentativo di ottenere lo stesso tipo di accudimento violento subito da bambino ma che, paradossalmente, gli procurava conforto perché gli ricordava di quando sua madre, per punirlo dalle marachelle, lo sculacciava utilizzando la sua intera collezione di piante spinose e succulente.

Lilla quindi comprese immediatamente che quello che gli si trovava di fronte non era un vero maniaco, ma la vittima di una infanzia negata. Gli chiese con pacatezza, come se stesse parlando con un handicappato:

“È la tua passione, vero?” Roman si limitò ad annuire, troppo imbarazzato per riuscire a parlare.

“Non ho mai visto qualcosa del genere prima,” disse Lilla con un sorriso sincero. “Ma posso vedere che c’è una bellezza autentica nella tua connessione con gli alberi. Non c’è nulla di cui vergognarsi. Ognuno di noi ha la sua stranezza, e la tua sembra essere un dono speciale.”

Le parole di Lilla fecero breccia nel cuore di Roman, sciogliendo la vergogna che lo aveva avvolto per tanto tempo. Si sentì accettato e compreso. Per la prima volta, poté condividere liberamente la sua passione con qualcuno senza temere di essere giudicato.

Perversioni sessuali assurde: sarebbe bastato un timido melograno settembrino.

Nel corso del tempo, Lilla e Roman diventarono amici. Lilla imparò a vedere il mondo attraverso gli occhi di Roman, ad apprezzare la bellezza degli alberi e a comprendere la connessione speciale che lui aveva con la natura. Insieme, trascorsero giornate meravigliose tra gli alberi. Riuscirono anche ad avere diversi rapporti sessuali: Roman staccava rami di betulla per penetrare la sua amica specialissima in ogni pertugio. Lilla non ne aveva mai abbastanza però, ed arrivò il giorno in cui Roman, presentandosi con una sega elettrica acquistata dal BricoCenter, abbatté una intera sequoia di 2000 anni per penetrare la vorace Lilla che però morì all’istante. Le sue ultime parole furono: “Sarebbe bastato il tronco di un timido melograno settembrino, figlio di putt…”.

Roman, disperato, corse via dal cadavere di Lilla tutto nudo, come d’altronde era solito fare, e si impiccò al primo ramo di melograno che vide. Lo ritrovarono mesi dopo ancora penzolante ma con una particolarità: il suo cadavere era servito a nutrire una nuova specie di pianta. Infatti, al posto delle braccia si formarono dei rami ricolmi di frutti colorati; al posto delle gambe altri rametti pieni di enormi e lucenti foglie verdi e fucsia; un altro ramo gli aveva trapassato il cranio uscendo dalla bocca e mostrando una quantità incredibile di fiori di pesco; al posto del moncherino che aveva in mezzo a quelle che un tempo furono le sue gambe mortali, finalmente, crebbe un tronco di baobab, enorme con degli occhi intriganti e un sorriso malizioso.

Potrebbe interessarti:

Potrebbe interessarti:

error: Content is protected !!