Lotta epica fra cazzi enormi: i racconti erotici del Sig. Rudolf

Lotta epica fra cazzi enormi: i racconti erotici del Sig. Rudolf

Leggi tutti i racconti erotici del Sig. Rudolf

Mi trovo a Kecskemét, nell’Ungheria centro meridionale, nel bel mezzo della Grande pianura, a metà strada tra Budapest e Seghedino.

Qui la gente è molto socievole, le donne anziane poi, sono tutte estremamente disponibili a darla gratuitamente,peccato che io preferisca cercare in rete gli annunci che pubblicizzano le migliori accompagnatrici di alto livello. Perché? Perché le nonne non mi piacciono anche se a volte, a causa dei miei debiti di gioco e rimanendo senza soldi, sono costretto ad accettare le avances di qualche puttana sdentata per farmi fare un bel pompino con ingioio.

Tra queste meretrici ingorde di sperma, c’è Olga, donna simpatica e ottima chef di deliziosi dolcetti al burro a forma di cazzo. Olga ha circa 90 anni, ma li porta bene. È sempre di buon umore e anche la sua vagina, ormai insultata, anzi, presa proprio a calci dal tempo, quando mi vede sorride e parla. Ieri notte, per esempio, mentre Olga dormiva, la sua figaccia slabbrata e arricciata mi ha tenuto sveglio tutta la notte per raccontarmi una storia incredibile.

Lotta epica fra cazzi enormi: la storia di DÖMÖTÖR

85 anni orsono, qui viveva DÖMÖTÖR, un vecchio eccentrico e malandato, con le orecchie foderate da fitti peli neri e vestito di stracci. Burbero e cagionevole di salute, era dotato di una caratteristica talmente singolare che inquietava gli uomini.

Egli infatti presentava una misteriosa quanto esasperata protuberanza nei pantaloni. Somigliava ad una specie di proboscide che cresceva a dismisura ogni volta che l’uomo si univa carnalmente ad una donna, ad un cavallo o ad un gay.

DÖMÖTÖR era un latin lover in pensione e le sue amanti, signore ordinarie ma anche escort di lusso, erano da lui consumate avidamente e, come se fossero dei preservativi, lasciate esanimi e sgonfiate di ogni afflato vitale, in mezzo ai boschi.

Non venivano uccise, più semplicemente svenivano per poi riprendersi dopo giorni e giorni di ricovero nel reparto di ginecologia di ogni ospedale del paese.

DÖMÖTÖR era conosciuto da tutti come lo “Sciupafemmine”. Il segreto che celava nei suoi mutandoni era sempre più pesante e ingombrante. Una mattina di dicembre, pertanto, decise di adoperare un carrello per sostenere quell’affare voluminoso che gli impediva di camminare agevolmente.

Lo rubò al Conad lì vicino, lasciando sconvolte le cassiere del supermercato. D’altronde non gliene si poteva fare una colpa: egli soleva barcollare come se fosse sempre ubriaco e nessuno si preoccupava del suo disagio, quindi decise di aiutarsi da sé.

DÖMÖTÖR, noto anche come “L’uomo di Minchia” tra i suoi amici, amava sfidare gli altri uomini a duello con armi non convenzionali. Un giorno decise di sfidare a singolar tenzone famoso attore porno Rocco Siffredi.

DÖMÖTÖR, con il suo anomalo gonfiore sempre crescente e Rocco, famoso per le sue doti artistiche nel mondo del cinema per adulti, si trovarono faccia a faccia sul campo di battaglia.

La folla era in delirio, non sapendo cosa aspettarsi da questo epico confronto.

Lotta epica fra cazzi enormi: sfida tra Titani

Senza timore, DÖMÖTÖR sfilò ciò che era la causa della disumana protuberanza che si intravedeva dai pantaloni, che si rivelò essere un mastodontico pene dotato di occhi, naso e bocca, una mostruosità mai vista nella storia dell’umanità, ma Rocco Siffredi, che non era certo uno che si tirava indietro, mostrò il suo “arnese” con altrettanta sicurezza e arroganza.

Iniziò così il duello tra i due, un combattimento memorabile tra esseri favolosi. DÖMÖTÖR utilizzava il suo minaccioso pannocchione come una sorta di mazza ferrata roteante, mentre Rocco dimostrava una destrezza prodigiosa nel maneggiare il suo “super pene” come una spada a raggi laser.

La battaglia proseguì per ore, tra movimenti acrobatici, schivate e colpi poderosi.

La magnificenza di DÖMÖTÖR, nonostante l’età avanzata, era fuori dal comune. Quello che la gente aveva creduto fosse solo un’appendice mostruosa nascosta entro le mutande di un anziano puzzolente, rivelò una inimmaginabile caratteristica: era un grande e sacro erogatore di burro.

Le donne presenti impazzirono, le si sentiva urlare da lontano, entusiaste e fameliche: “Voglio lo sburro! Lo sburro è vita!”

Si gettarono su DÖMÖTÖR concedendosi a lui in mille posizioni erotiche, dal 69 all’anale immergendosi inoltre in quel tripudio di burro che si riversava per le strade direttamente da quel prodigioso distributore d’amore.

Lotta epica fra cazzi enormi: la nascita di un impero economico.

DÖMÖTÖR, l’uomo dal pene miracolante, divenne una sorta di favola nel paese. Le donne continuavano a cercarlo, sperando di ottenere il tanto e prezioso “sburro” senza pagare.

E così, in mezzo a questa storia bizzarra, DÖMÖTÖR, il vecchio malandato, divenne una figura adorata, tanto che un acuto imprenditore del paese vide delle potenzialità di guadagno enormi dalla vicenda e propose al vetusto ma arzillo ometto di aprire un caseificio con lui.

Fu così che nacque la famosa “Spaccimme e Ammore S.p.A.”, che negli anni si trasformò anche in una holding trust che gestiva altre società di trasformazione del latte di DÖMÖTÖR in formaggi, torte e pasticcini. Fu persino quotata in borsa e non risentì per niente della crisi del 29.

Ora ho capito perché Olga sforni da più di mezzo secolo quei dolcetti di burro che qui vengono chiamati “DÖMÖTÖR cakes”.

Oddio, mi viene da vomitare.

A presto, vostro Rudolf.

 Potrebbe interessarti:

error: Content is protected !!